Nella sfida aperta con Antonio Ingroia sulla vera sinistra che
combatte la destra, Pier Luigi Bersani sposa la 'madre delle battaglie'
di Nichi Vendola e dei pacifisti. "Bisogna assolutamente limitare le
spese militari sugli F35, la nostra priorità non sono i caccia ma il
lavoro", rilancia il leader Pd. Che, oltre a guardare all'elettorato di
sinistra, schiera in campo l'uomo migliore per contendere i voti
moderati: Matteo Renzi con il quale Bersani farà una manifestazione l'1
febbraio a Firenze. Il segretario democrats ostenta sicurezza sull'esito
delle elezioni e non sembra darsi pena sulla 'corsa ad ostacoli' nelle
regioni in bilico per raggiungere il premio di maggioranza anche al
Senato. "Chi arriva primo al voto degli italiani in tutta Italia
governerà alla Camera e al Senato", ribadisce Bersani facendo capire a
Mario Monti e ai centristi che saranno i voti l'unica arma per stabilire
pesi di forza e premiership. In realtà, anche se con ritmi cominciati
in modo soft, la campagna elettorale del Pd si concentrerà proprio nelle
regioni chiave: Lombardia, dove, oltre a Bersani, anche Renzi giocherà
un ruolo di assoluto protagonista, Campania, dove già oggi il capolista
Enrico Letta ha cominciato la campagna per il voto utile attaccando De
Magistris, e Sicilia. I sondaggi, però, segnalano un'erosione,
soprattutto ai danni di Sel, da parte del movimento di Antonio Ingroia.
E, rispondendo all'appello mosso ieri da Nichi Vendola a fare il
leader della coalizione, oggi Bersani dà forza alla proposta di limitare
le spese dei caccia militari. Immediato il plauso del governatore
pugliese così come l'accusa di Antonio Di Pietro, respinta dal Pd, di
"versare lacrime di coccodrillo" dopo aver votato "le politiche di un
governo che ha lavorato per le lobby delle armi". In realtà, F35 o meno,
l'accusa di Ingroia, come di Di Pietro, resta la stessa: l'intendenza
con il nemico, cioé Mario Monti. "Per me - attacca oggi l'ex pm - il
nemico numero 1 non è Berlusconi ma Monti, l'uomo delle banche e quindi a
Bersani che chiede quale sinistra fa vincere la destra, io rispondo: la
tua".
Il leader Pd, però, non ha intenzione di lasciare terreno agli
arancioni. E all'accusa di Ingroia al Pd di essere un partito "troppo
vecchio" ribatte che "l'offerta politica alle elezioni è ampia e nuova
ma la novità più grande è il Pd" che attraverso le primarie è l'unico
partito ad aver fatto "un'operazione di pulizia politica". Ed è la sola
forza politica che non mette il nome del candidato premier sul simbolo
mentre tutti gli altri, da Monti a Ingroia, giocano sul personalismo,
"fenomeno che non esiste in alcuna democrazia e che produce rigidità e
instabilità". Sul versante 'destro', invece, Bersani conta sull'aiuto di
Renzi per richiamare il voto moderato e magari anche qualche deluso di
centrodestra, attratto, come d'altronde anche il Cavaliere, dal sindaco
di Firenze. I due saranno insieme sul palco l'1 febbraio e poi
pianificheranno le tappe successive per evitare sovrapposizioni in
campagna elettorale. E, oltre alla tv, già domani a 'Le invasioni
barbariche', Renzi 'battera'' soprattutto le regioni del nord,
sostenendo la doppia sfida per far vincere Ambrosoli alla Regione e
Bersani a Palazzo Chigi. Il tutto a costo zero: "Nessun posto da
vicepremier, io resto a Firenze", taglia corta il 'rottamatore'
link interessanti sul tema:
http://www.geopolitica-rivista.org/16382/con-lf-35-litalia-si-mette-nella-mani-di-washington-a-colloquio-con-g-gaiani
Fonte : ansa del 23.02.3013
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/01/21/Bersani-Berlusconi-come-Schettino-ha-portato-nave-scogli-_8114284.html
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